Lo scafandro e la farfalla

Imparare a piacersi di più.

Prendiamo a prestito il titolo di un bellissimo film per descrivere come molte donne si sentono rispetto al proprio corpo. Desidereremmo essere belle come farfalle. Ma quando ci guardiamo allo specchio sembra proprio che la farfalla sia rimasta imprigionata in uno scafandro.

Provate a fare questo piccolo esercizio: mettetevi davanti a uno specchio a figura intera, possibilmente non vestite con una tuta mimetica, ma con un abito che lasci intravvedere le vostre forme naturali. Fatto? Siete in posizione? Bene, siate sincere con voi stesse. Che cosa vi siete dette per prima cosa?

  •   Devo dimagrire
  •   Che faccia sciupata
  •   Che occhiaie
  •   Quante rughe
  •   Ho un altro capello bianco
  •   Che pancia
  •   Che cosce grosse
  •   Che poco seno
  •   Che seno grosso
  •   Che seno cascante
  •   Devo depilarmi
  •   Ho un altro brufolo
  •   Che brutte smagliature
  •   Devo rifarmi i capelli
  •   Che brutta cicatrice

Se nessuna delle frasi nell’elenco sopra vi è venuta in mente, godetevi la vostra buona immagine corporea. Altrimenti riflettiamo insieme sul perché noi donne siamo così critiche, severe ed esigenti rispetto al nostro aspetto fisico. Perché siamo subito pronte a valutare ciò che vediamo a caccia di difetti invece che apprezzare le buone qualità che sempre ci sono? Per inciso, molte volte quando gli altri ci dicono “ma no, non sei invecchiata/ingrassata, ecc.”, mica ci crediamo!

Per prima cosa, dopo esservi viste e giudicate allo specchio, considerate più di una possibilità.

Forse siete realistiche rispetto ad alcuni difetti. A quel punto conviene riconoscerli sdrammatizzando e vedere che si può fare senza maltrattarsi e rovinarsi la vita. Cerchiamo di proporci degli obiettivi realizzabili e per gradi. Se peso 150 chili è ovvio che dovrò dimagrire per la mia salute. Ma non occorre farlo in un mese e soprattutto non posso aspettarmi di indossare la taglia 42 (scusate, forse la moda attuale considera obesa la donna che porta la taglia 42?). Mi devo dare tempo. E devo gratificarmi e complimentarmi con me stessa per ogni piccolo passo avanti, me lo merito. In caso di reale necessità, meglio affidarsi a un medico nutrizionista piuttosto che improvvisare leggendo l’ennesima novità in fatto di diete sul giornale.

Forse però siete un po’ troppo severe. Perché ritenete di essere grasse, sciupate o di avere la pelle invecchiata? Con chi vi state confrontando? Avete tenuto conto della vostra età e di tutte le sfide della vita che avete superato? Molto spesso, in automatico, ci confrontiamo con le migliaia di immagini con cui veniamo bombardate ogni giorno da TV, riviste, Internet, pubblicità. E dimentichiamo che le attrici, le cantanti, le modelle, oltre a fare spesso una vita d’inferno per ottenere certi risultati, vi investono ore e ore di cure, palestra, associate a diete da fame e a un investimento finanziario esorbitante. Se ciò è già folle per chi ha fatto dell’immagine il proprio mestiere, non è perlomeno eccessivo da parte di chi nella vita fa tutto altro? Ricordatevi che i mass media creano dei nuovi bisogni nella gente per trarne profitto, in questo caso vendendovi come rimedio diete, cosmetici, chirurgia estetica, vestiti e scarpe importabili. Ricordatevi anche che lo fanno spesso con mezzi sleali. Ad esempio sapevate che praticamente tutte le immagini vengono ritoccate in modo da eliminare eventuali difetti sui volti e corpi di modelle già bellissime? Noi purtroppo il cancellino per rendere invisibili le rughe e le smagliature non lo possediamo, magari sarebbe più saggio affezionarcisi?

Il modo in cui ci vediamo allo specchio ha a che fare con la nostra autostima. L’autostima non è un concetto monolitico, ma è costituita da tanti aspetti. Ad esempio, la mia autostima può derivare da come valuto la mia immagine corporea, ma anche il mio successo nello studio, nelle relazioni, nel lavoro, come genitore, nello sport, nella musica, nelle abilità manuali, ecc. Se associo tutta la mia autostima all’immagine corporea faccio un esame veramente poco accurato della realtà. Da anni psichiatri e psicologi riconoscono che alla base di disturbi alimentari molto gravi come l’anoressia o la bulimia nervosa ci sia un problema di autostima, o meglio la tendenza a valutare il proprio valore sulla base dell’immagine corporea percepita (non sempre realistica). In pratica la persona, di solito una giovane donna, si vede sempre troppo grassa, si sottopone a diete ferree e dannose impossibili da seguire, finisce per abbuffarsi come reazione al digiuno e tende a riprendere ancora più peso, per poi rimettersi a dieta, in un circolo vizioso di sofferenza senza fine. Se vi trovate in questa condizione, sappiate che è possibile uscirne, ma rivolgetevi a uno psicoterapeuta specialista in disturbi alimentari.

Ma torniamo a noi e impariamo a far volare la farfalla, a liberarla dallo scafandro.

Vi suggerirò di seguito alcuni esercizi per imparare ad amare di più voi stesse.

Primo esercizio: mettetevi davanti allo specchio a figura intera e scorrete lentamente con lo sguardo il contorno del vostro corpo e i tratti del viso. Fatelo lentamente e, soprattutto, non giudicate. Anzi, sforzatevi di avere uno sguardo affettuoso. Lasciate scorrere lo sguardo e osservate, come fareste davanti a un panorama o a un quadro astratto. Prendete nota mentalmente delle cose che vi colpiscono e chiedetevi se state esprimendo un giudizio o se siete capaci solo di osservare.

 Dopo circa 5 minuti potete fermarvi e riflettere. Vi siete soffermate solo sui difetti? O siete riuscite a cogliere anche qualche buona qualità? Che emozioni provavate? Siete riuscite a provare un po’ di affetto per voi stesse e per il vostro corpo?

La proposta è di provare a dare un altro significato a quelli che voi considerate difetti o mancanze fisiche.

Vi siete già guardate abbastanza allo specchio nei precedenti esercizi, quindi non vi chiedo di farlo di nuovo. Semplicemente, scrivete su un notes i tre peggiori vostri difetti fisici e che cosa ne pensate.

Prima di proseguire vi ricordo che una bassa autostima è spesso il risultato di un pregiudizio. Se parliamo di immagine corporea e se non vi piacete è molto probabile che abbiate voi stesse un vero e proprio pregiudizio verso il vostro corpo! Provate allora a rileggere quello che avete scritto e immaginate che il discorso provenga da una matrigna (tipo favola di Cenerentola per intenderci) invidiosa e pettegola. Voi sapete che questa persona esagera e dice delle cattiverie e avete il compito di difendere la nostra eroina. Cosa potete ribattere? Immaginiamo che la matrigna-orco-suocera (o chi vi pare) dica: hai la pancia piena di smagliature! Come ci difendiamo? Possiamo dare un significato positivo e costruttivo? Ad esempio: la mia pancia e le smagliature sono la testimonianza che ho dato alla luce un bimbo di cui sono molto orgogliosa. Oppure: quante rughe e che occhiaie! Risposta: certo sono una donna che ha vissuto intensamente e le rughe dimostrano il cammino e l’esperienza fatte. O ancora, in un’altra vena: sei grassa! Risposta: forse lo sono rispetto alle modelle o alle attrici anoressiche. Casomai sono robusta (o formosa, o ben piantata) e ho un gran bel sedere (o un gran bel seno, a seconda di qual è la vostra fortuna).

Con questi esempi spiritosi spero di avervi trasmesso l’idea che è molto importante il nostro atteggiamento. Se riusciamo ad accettarci per principio non solo ci ameremo di più, ma saremo effettivamente più belle anche agli occhi degli altri. Inoltre, se abbiamo un problema concreto che si può risolvere, saremo più pronte ad affrontarlo serenamente. Se mi odio e penso di essere un fallimento, qualunque miglioramento sarà molto difficile. Se mi apprezzo e provo affetto per tutta me stessa, accetterò di mettere in discussione ciò che serve e avrò fiducia di ottenere dei risultati.

 Chiudo con una piccola nota: Sembra che negli ultimi anni molte case di moda abbiano ridotto le taglie dei vestiti, rendendoli più adatti a donne magre e poco formose. Sarò vero? Forse è solo una diceria, ma potremmo anche usare questa notizia per decidere che non siamo noi ingrassate, ma è la taglia a non essere più quella di una volta…